
Antropologo
Francesco Sincich
Laureato in scienze biologiche e in geografia, comincio ben presto a occuparmi di antropologia e in particolare di antropologia medica, quella branca che studia il rapporto delle diverse realtà socio-culturali con la salute e la malattia. Per alcuni anni m’interesso all’uso delle medicine tradizionali con numerose missioni di studio e operative in Medio Oriente. È di questo periodo la mia collaborazione con la FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di alimentazione e agricoltura, con un progetto destinato ad aiutare gruppi di popolazione beduina in Siria. Da questa collaborazione nasce un libro sulle piante medicinali usate dai Beduini nella steppa desertica siriana. Nel 2002 comincia la mia collaborazione con Medici Senza Frontiere – MSF con numerose missioni di terreno in dieci paesi, per lo più africani, sempre come antropologo medico. Con MSF mi avvicino all’antropologia visuale e comincio a utilizzare le immagini per veicolare i messaggi destinati a migliorare la salute delle popolazioni beneficiarie dei nostri interventi. Ne deriva una decina di film documentari che illustrano aspetti particolari della vita delle comunità con cui lavoro anche al di fuori di MSF, per progetti di cooperazione in Niger e in Regione Afar d’Etiopia. Questi progetti sono sostenuti da ONG locali. In Italia il mio focus è sulla popolazione immigrata e sull’accesso di questa alla salute. In quest’ambito, oltre a collaborare con diverse associazioni impegnate in questo settore, ho tenuto numerosi seminari per ASL e ospedali in Liguria e altrove con l’obiettivo di migliorare la comunicazione tra il personale sanitario e i pazienti/utenti e quindi il funzionamento delle strutture mediche e la salute dei pazienti. Una conseguenza abbastanza naturale è il mio attuale impegno per il miglioramento delle relazioni nei luoghi di lavoro. Se il rapporto medico-paziente ci coinvolge quando ci ammaliamo, il rapporto tra datore di lavoro e dipendenti e tra gli stessi dipendenti occupa una buona parte della vita di tutti noi. È quindi ovvio che l’antropologia se ne occupi. È una branca ancora giovane e poco utilizzata ma si sta affermando rapidamente, in linea con una sempre maggiore consapevolezza delle aziende dell’importanza del benessere nei luoghi di lavoro e dei benefici, anche economici, che ne derivano.
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